Via 11 Settembre 3 - 47020 Crocetta di Longiano (FC)
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Titolo: “Terra e destino”
Autore: Marco Marchi
Prezzo: € 14

Provincia Romagnola del primo Novecento, una dimensione permeata di cultura contadina ma già contaminata dai primi segnali della imminente modernizzazione. Enrico Muratori, il protagonista di questo nuovo romanzo di Marchi, si muove come il paradigma dell’antieroe, con tutti i vizi e i limiti di chi aspira ad affrancarsi da un destino contrassegnato da difficoltà e miseria.
La circolarità del suo percorso ripropone l’incertezza spesso irrisolta tra la necessità di abbandonare le proprie radici e il legame profondo con la terra, che a volte ci richiama a sè inesorabilmente. Ma in questo caso impegnarsi allo stremo, invano, per ottenere un riconoscimento sociale, e poi vedersi piovere dal cielo il cambiamento più inaspettato dà un’impennata a tale circolarità e ci pone un inquietante interrogativo: le svolte radicali della nostra vita sono determinate da azioni consapevoli o dagli imprescrutabili capricci del destino?

… ” Avrei voluto tirare il collo a qualcuno. Maria. Dove si era cacciata?
«Adele, dov’è la vostra figliastra?» dissi sottovoce. Sussurrai o gridai? Forse gridai perchè si ritirò inorridita. Ma la sua fede nel Signore era infinita.
«Rico» miagolò con un sorriso tenerissimo, «se oggi è andata male, domani andrà meglio». «Se oggi non si paga la cambiale» le rifeci il verso «domani si sloggia dal fondo. Come vedete Adelina, non per tutti il giorno dopo è migliore».
«Parlagli. Ti ascolterà».
«Chi il Signore?».
«Il fattore».
«E cosa gli dico che il concime svizzero rende meno della merda?».

Recensioni e Opinioni


Dal “Corriere di Forlì Cesena” del 15 Aprile 2008

Marchi nella campagna di Longiano
Un affresco della Romagna del primo Novecento

Longiano.Un romanzo di formazione dai contorni sveviani è l’ultimo di Marco Marchi, “Terra e Destino”. Non solo perchè in parte (la prima) si ambienta nella sua Trieste, ma soprattutto perchè mutua quella “malattia della volontà” che ha reso celebre l’autore della Coscienza di Zeno. Così come Zeno Cosini non riesce a dire di no all’ultima sigaretta, così è Enrico Muaratori che si lascia trascinare in balia degli eventi. Fermo a guardare nella speranza che il destino (sostantivo guarda caso nel titolo) gli riservi qualcosa. Ma il racconto di Marchi è un affresco della Romagna. Quella del primo Novecento, nelle campagne di Longiano e dei paesi vicini, impregnata di riti e tradizioni oggi dispersi, dove una stretta di mano vale più di mille contratti scritti (“Le firme le fanno i signori che sanno scrivere”, dice uno degli abitanti). Un mondo apparentemente tranquillo a cui Enrico Muratori (per tutti Rico) non riesce ad allontanarsi. Dopo essere andato a lavorare in un cantiere navale nella cittadina alabardata, per una questione famigliare è costretto a tornare nella sua Longiano. Che sta mutando volto: la battaglia politica si infiamma con l’arrico dei socialisti al grido della ridistribuzione delle terre, e le preoccupazioni deimoderati che temono un mutamento dello status quo. Il pensiero del parroco don Alfonso è un buon termometro per conoscere gli umori dei benpensanticonvinti che una volta la potere, i socialisti avrebbero demolito le chiese: finite le benedizioni, i rosari, i cosri di catechismo. Sullo sfondo poi si affaccia la prima guerra monsiale, a cui anche Rico prende parte, in maniera marginale, trovandosi a lavorare le terre del comandante di brigata, sbeffeggiato dai compagni. Ritornato da un fronte che neppure ha conosciuto – la guerra non sarà quella presa di coscienza sociale che è stata per tanti – Muratori cercherà il doppio colpo della vita: sposare Maria e comprare un grande appezzamento di terra. Una strana canzone però riecheggia nelle sue orecchie: “ultima ruota, ultimo viaggio”.

Filippo Fabbri


Da “Il Centro” L’aquila Cronaca
08-06-2008 Il Centro – Ed. L\’Aquila/Avezzano 3
NARRATIVA, A MILA MARINI IL PREMIO PICENO Perdisa

…con lo scarto di tre voti il libro “Terra e destino” di Marco Marchi.

Lettera di Pupi Avati del 31/03/2008

Caro Marchi,
ho letto il suo “Terra e destino” trovandolo ottima ricostruzione di quel periodo. Un affresco storicosotto le spoglie di un racconto di formazione, con un protagonista “senza qualità” alla Musil e vicino a quelli sveviano, in balia degli eventi e vittima di chiunque abbia un carattere più forte del suo.
“se le elezioni le hanno inventate i padroni, come volete che queste ci aiutino a scacciarli…” mi è parsa battuta felicissima.

Con amicizia e stima

Pupi Avati